Storia del Jeet Kune Do
(Sunto Generale)

 

Questa forma elevata d'Arte Marziale è stata accettata e lodata da tutto il mondo (del settore), ma non fu creata migliaia o centinaia di anni fa ma solo nel 1965 , da un uomo esperto e determinato chiamato Bruce Lee.

Il Maestro Bruce Lee inizio da bambino ad intraprendere le Arti Marziali con il Wing Chun, sotto la tutela del gran maestro, scomparso, Yip Man; studi appresi a causa della sua insicurezza personale dovuta al modo di vita dei sobborghi di Hong Kong.

Si appassionò sempre di più in quello che faceva, e si mise a studiare la filosofia delle Arti Marziali, diventando un ricercatore di saggezza, cosa che ben presto lo portò a diventare un pensatore profondo, un praticante di Arti Marziali straordinariamente esperto, un essere umano carismatico ed affascinante.

Non è facile comprendere l'essenza del significato del Jeet Kune Do, ma il suo concetto racchiude l'essenziale, comprensibile a chi puro ricercatore che volge il suo allenamento al miglioramento individuale senza fossilizzarsi su una forma e senza limitarsi a tecniche prestabilite e schemi formalizzati;

 

 

Bruce Lee dapprima praticò il Wing Chun come sistema di base, e poi svariati altri sistemi ,dai quali ricavava il meglio, scartando quello che c'era di superfluo e ne fece un sistema personale, con l'intento di recuperare la vera arte.

 

IL JEET KUNE DO è un sistema non classico ma Diretto.

Quest'arte consiste nel semplificare, essere noi stessi; é la realtà'; nel vero senso del termine, senza vincoli, limitazioni, parzializzazioni e complessità'.

Il JEET KUNE DO non ha forma, così che possa adottare tutte le forme, e non avendo un stile specifico può adottare ogni stile; si serve di tutti i metodi ma non é condizionato da nessuno di essi.

Esiste libertà' la dove non esiste condizionamento meccanico. il JKD è solo un nome finalizzato al riconoscimento di un pensiero, di una filosofia, di concetti e maniere che si contraddistinguono da qualsiasi Disciplina o Stile…

Il JKD come scopo principale vuole spingere ogni individuo a ricercare se stesso, a comprendere umilmente le proprie limitazioni per poter costruire su di sé un nuovo essere, migliore perché tendente al miglioramento perpetuo dovuto alla consapevolezza dei propri difetti; il JKD ha lo scopo di migliorare ogni individuo attraverso lo studio filosofico e alla ricerca dell'efficacia, non dello studio tecnico elaborato ai fini di un combattimento sportivo.

 

 

Con le sue idee diventò ben presto un innovatore di tutte le Arti, e la sua filosofia trovò accoglimento anche presso grandi Maestri americani che fino ad allora seguivano la dottrina del Karate tradizionale.

Una frase di Bruce Lee, mentre spiegava la sua teoria della semplicità per una maggiore efficienza tecnica, dice: "…è come quando uno scultore modella una statua, generalmente non aggiunge dell'argilla continuamente, al contrario, dopo aver formato la struttura base, toglie lentamente l'argilla fintanto che la sua statua riveli le parti essenziali…"

Nell'allenamento del JKD è indispensabile una buona preparazione atletica, iniziando un training leggero, come una corsa e un pò di stretching, per arrivare a migliorare le proprie capacità fisiche con corsa, salti con la corda, flessioni sulle braccia, addominali, e un certo percorso è segnato anche da ore alla settimana con l'ausilio di pesi e attrezzi da palestra per rafforzare la massa muscolare e quindi aumentare, in base all'allenamento definito, la forza esplosiva, ottima spinta per ogni colpo.

 

 

Lo spazio e la distanza sono fondamentali nel combattimento, perché delimitano il raggio d'azione del combattente, sia per l'attacco sia per la difesa.

Nel JKD sono state studiate "quattro distanze", proprio per non limitare gli attacchi e la difesa in un'unica posizione: "Kicking range", distanza da calci; è la distanza più lunga da coprire; "Boxing range", distanza di pugni; distanza ravvicinata che viene coperta dal pugno avanzato (Jab) "Trapping", distanza base del JKD, dove i due avversari si trovano a distanza molto ravvicinata, cercando di chiudere la distanza e di "intrappolare" l'altro per evitare difesa e contrattacchi; "Grappling", Combattimento in piedi o al suolo, finalizzato all'immobilizzazione dell'avversario tramite sistemi di proiezioni e leve. In questa fase i due avversari creano un combattimento "corpo a corpo".

Altro punto fondamentale da non sottovalutare mai in nessun tipo di combattimento è la giusta scelta del "tempo": un tempo ritmato e regolare, renderebbe prevedibile ogni attacco, mentre un attacco in tempi spezzati e irregolari diventerebbe più difficile da contrastare poiché più imprevedibile. In ultima analisi il JEET KUNE DO é più questione di spiritualità e fisico personale altamente sviluppati ,che pura e semplice tecnica Il J.K.D. ad a che fare con l'intelligenza ed all'addestramento, non con la tecnologia.

 

 

"Quando sentirai dire che il JEET KUNE DO é diverso da " Questo " o da "Quello ", non ti formalizzare e solo un nome". Cosi' Bruce Lee terminava li suo libro TAO OF JEET KUNE DO.

 


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